>> Torna all'itinerario: Le Città Dissepolte

Torre Annunziata: la Villa di Oplonti

La più sorprendente di tutte le Ville dell’area Vesuviana è certamente quella riscoperta nel 1831 a Torre Annunziata, a circa 20 km da Napoli.

Si suppone che fosse di proprietà di Poppea Sabina, seconda moglie dell’Imperatore Nerone. Questa grandiosa e lussuosa Villa assume il carattere tipologico di una vera e propria Reggia.

L’impressione è data innanzitutto dalla quantità degli ambienti di cui è composta: oltre una novantina, tra sale di rappresentanza, cubicoli, peristili, giardini d’inverno, terme, bagni. La presenza inoltre di varie altre strutture destinate alla vita rustica e servile, dimostrerebbe che intorno alla Villa gravitava una redditizia attività agricola. Ma la meraviglia più grande è costituita dalla presenza di una “grande piscina”. Per le sue dimensioni inconsuete, 60 metri per 16, al momento della sua scoperta nel 1978, fu definita Olimpionica. Circondata da un lussureggiante parco, era profonda mediamente quasi un metro e mezzo, e si calcola che contenesse circa un milione e mezzo di litri d’acqua. Forse, oltre a consentire lunghe nuotate, la Piscina era destinata ad ospitare Naumachie ed altri spettacoli acquatici: nel mondo antico non si era mai visto prima d’ora nulla di simile, quanto meno ad uso privato.

Notevole per le misure, la Piscina lo è altrettanto per l’arredo: una serie di busti di marmo lungo il bordo, gruppi e fontane sempre in marmo.

Ricca di decorazioni scultoree, la Villa lo è anche di testimonianze pittoriche comprese nell’arco di tempo che va dal I secolo a.c. al 79 d.c.

Notevoli sono i suoi Pavoni: oltre trenta, dipinti nelle minuscole camere da letto.

Di suprema eleganza, infine,gli affreschi delle sale prospicienti la Piscina: vero inno alla natura; appartengono al “terzo stile”, così come le decorazioni sul fondo rosso tipiche del gusto pompeiano.

>> Torna all'itinerario: Le Città Dissepolte